LA MADONNA PALLIDA

Dovete sapere che la basilica di Sant'Antonio non è sempre stata così ricca come la vediamo oggi. Ai tempi in cui il Santo bazzicava in città, questa era solo una povera chiesetta col tetto di paglia fuori dalle mura cittadine. Ma Antonio non era uno che si lasciava ammaliare dai fronzoli, e si affezionò a essa, nonostante fosse così modesta, tanto da chiedere espressamente che le sue spoglie venissero portate lì. E così avvenne il 13 giugno 1231, giorno della sua morte. Sempre lì vennero celebrate le esequie, il martedì successivo. Il corpo rimase in questa cappella per i successivi trent'anni, mentre la basilica e l'arca a lui dedicata venivano ultimate.

Questa parte della basilica, che costituisce il primo nucleo dell'enorme complesso che oggi possiamo ammirare, è nota come cappella di Santa Maria Mater Domini, e la trovate subito dopo l'arca del Santo. Forse proprio per il suo grande valore simbolico, è la preferita dai padovani, che la affollano per pregare. Qui è conservata una raffigurazione della Vergine... capirai, ce ne sono settantadue in questa basilica! Sì, settantadue, non sto scherzando. Però questa raffigurazione non è come tutte le altre. Nota col nome di Madonna Mora, fu realizzata da Rinaldino di Puydarrieux nel 1396 e ha qualcosa di speciale. solitamente non ci si riferisce al colore dei capelli della Vergine, col temine mora, ma alla pelle scura della statua. Ebbene, se vi avvicinerete a questa statua non serve nemmeno avvicinarsi troppo, in realtà vi accorgerete che questa Madonna ha la pelle quasi pallida, addirittura ha le guance rosse. Com'è possibile? Cos'è successo alla Madonna di colore?

Le teorie che cercano di rispondere a questo quesito sono tante. Una possibile spiegazione potrebbe essere che il nome derivi dalla famiglia padovana Negri, che ne aveva il patronato, e il cui nome potrebbe essere stato nel tempo cambiato in "Mora". Un po' tirata, me ne rendo conto. Un'altra teoria vorrebbe che il nome provenga dal versetto del Cantico dei cantici, in cui l'amata ricercata si definisce "nigra sum et formosa", espressione che la tradizione ha poi attribuito alla Madonna. Ma anche qui la spiegazione non sembra molto solida.

Una teoria molto più credibile sarebbe invece quella che attribuisce la colpa di questo piccolo disguido linguistico alla polvere. Già, infatti la statua venne restaurata solo nel 2010, dopo secoli di polvere e fumo passivo dei ceri votivi costantemente accesi, che la resero più scura di quanto non fosse in realtà. Casalinghe disperate di tutto il mondo, invece di accendere un cero datele una strofinata!



   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori